venerdì 29 marzo 2013

a proposito di Dukan... [in my humble opinion]

Due precisazioni:

  • Dukan ha messo a punto un metodo dimagrante basato sulla dieta iperproteica (già teorizzata dagli anni 70), quindi nessuna invenzione stratosferica (certo l'ha testato e perfezionato al meglio).
  • Non ho seguito la sua dieta ma "la mia”; ho letto il libro per scetticismo e curiosità (è argomento molto attuale per chi si interessa di alimentazione), dopo essere già calato di oltre trenta chili.

Spunti buoni:  

  • Crusca d’avena, yoghurt, pesce. Occhio all’eccesso di crusca d’avena perchè può limitare l’assorbimento di certe vitamine, in dosi eccessive.)
  • Poche regole ma semplici, “adattabili” ai propri gusti
  • Niente bilancia se non per se stessi: eliminare il pane è meglio dei 30 grammi “tipo lager”
  • Usa l’adrenalina come un’arma contro il grasso superfluo
  • Spinge al movimento fisico (abbandono "definitivo" dell'ascensore, 30 minuti di camminata al giorno...)
  • Metodi innovativi (il libro della dieta del paziente) nei trattamenti personalizzati
  • Ha un occhio di riguardo per le lettrici

 

Spunti meno buoni:

  • Troppa carne (ma si parla anche di seitan, tofu, uova, pesce e legumi, quindi l’applicazione sensata del metodo sta sempre nell’intelligenza del lettore)
  • Teme troppo l’olio di oliva (ok, è grasso al 100%, ma fa BENE)
  • Rifiuta la dieta mediterranea (fonte invece di giovinezza, secondo le statistiche)
  • Qualcuno potrebbe abusare del concetto di “mangiare a volontà” a proposito di certi alimenti (tipo sei etti di bresaola, ma è anche il motivo principale per cui è tanto amato dai pazienti)

Spunti decisamente non buoni

  • Idiosincrasia per le verdure (forse perchè è francese? e per i francesi verdura= salsine grasse e insane?)
  • Olio di vaselina da MANGIARE? Quest'idea mi sembra veramente una porcheria immonda. Usatelo per scopi ricreativi :)
  

Spunti "furbetti"

Abitua l’obeso al cambio di vita, senza porgli una montagna *insormontabile* davanti: ti ci fa arrivare per gradi, magari all’inizio mangi sei etti di bresaola, poi dopo mesi di dieta ti stanchi e ne mangi uno.

In realtà l'obeso, quando non sarà più ciccione, avrà capito per esperienza diretta che non potrà MAI tornare a mangiare quello che mangiava prima (ma neanche sei etti di bresaola se non vuole crepare) e che la sua obesità non era colpa della società o del suo fisico o di una carenza affettiva, ma di una CATTIVA alimentazione.

E' una furbizia psicologica e forse funziona, ma preferisco guardare le cose come stanno senza farmela raccontare.
  

Spunti discutibili

Tratta l’obeso come un malato, e il paziente in cura come un “ex alcolista” che non deve ricadere nel vizio.

E’ sicuramente un approccio pragmatico, ma io spero di imparare uno stile di vita giusto senza dover stare tutta la vita sull’attenti. Su questo punto potrò giudicare solo fra molti anni.

Giudizio finale

Vale la pena leggerlo? Secondo me sì. Si dilunga un po’ troppo su certi passaggi che ripete allo sfinimento ma è sicuramente interessante.

Va seguito alla lettera? Questo è un bel punto aperto, nel senso che direi “fate come sto facendo io e correrete meno rischi per la salute”, ma non sono un medico e non è detto che “il mio metodo” funzioni su altri come sta funzionando su di me (-42Kg per ora).

Credo che ognuno debba trovare la propria strada, cadendo, rialzandosi e affinando il proprio percorso.

Le parole contano

E’ interessante vedere molte testate giornalistiche (online perchè quotidiani non ne compro dal 1916, al massimo li scrocco al bar) convergere su titoli della serie “GRILLO DEPISTA I GIORNALISTI”. 

Trovo invece che “GIORNALISTI COGLIONI” sarebbe ben più azzeccato, vista la gag che si sono bevuti senza batter ciglio.

In omaggio per i nuovi iscritti all’albo dei giornalisti nel 2013: due facsimili delle finte lauree di Giannino, e la bambola di SGARBI che ripete “CAPRA CAPRA CAPRA...”

lunedì 11 marzo 2013

La bici come metafora della dieta (e della vita?)

In 37 anni ho provato diverse diete, una fatta da un medico serio, quella del minestrone, di sola frutta, diversi tipi di diete bilanciate autogestite, con successi alterni e quindi MAI definitivi.
L’unica nota positiva è che mi son fatto una discreta cultura alimentare, per il resto... gran fallimenti.

In questi mesi ho capito che sbagliavo l’approccio, non la dieta.

Molti pensano che per perdere 40Kg sia necessaria una forza di volontà sovrumana.

SE l’approccio è quello della forza bruta, SI’, perchè è mostruosamente faticoso scalare una montagna in bici, se non ti piace pedalare; c’è chi ci riesce, ma la maggior parte di noi *umani* desiste alla prima pendenza seria.
In effetti anch’io non sono mai riuscito a scalare una salita impegnativa quando l’unico stimolo era l’appagamento della vetta.

Oggi ci riesco, ma sono felice MENTRE pedalo e quando arrivo quasi mi dispiace, ed è la molla che mi ci fa tornare la prossima volta. E' bello avercela fatta, ma pedalare è stato ancora meglio.

In quest’ottica anche l’eventuale FALLIMENTO è meno tragico. Se so di aver dato il massimo, e mi sono anche *divertito* nel farlo, ho voglia di riprovarci.
Se scopro di aver fatto il passo troppo lungo per la (mia) gamba, mi allenerò meglio e se possibile con ancora più convinzione.

L’errore diventa quindi una spinta al miglioramento e non una scusa per l’autocommiserazione.